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| 25/04/2020 23:04:49
#IORESTOACASA. LA FESTA DELLA LIBERAZIONE DAL NAZIFASCISMO. LA DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO, LAURA FERRARIS
Nota -Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione della Gazzetta di Venaria.
Autore: Ufficio Stampa Comune di Venaria Reale
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Il 75° anniversario della Festa della Liberazione dal nazifascismo, che oggi commemoriamo in forma adeguata alle norme restrittive in materia di celebrazioni pubbliche, assume un valore, se possibile, maggiore in questo momento in cui lintero Paese vive unemergenza epidemiologica, che stiamo affrontando con tutte le forze a disposizione, scientifiche, economiche e psicologiche, e dalla quale, grazie allimpegno di tutti, e alla solidarietà e senso civico di un intero popolo, confidiamo di uscirne presto. Si possono cogliere alcune analogie con il periodo della Resistenza. Anche oggi, come allora, ci troviamo limitati nelle nostre libertà e insieme a combattere un nemico oggi inedito e invisibile, ma non per questo meno insidioso, di fronte al quale dobbiamo dimostrare di essere uniti, solidali e consapevoli che il benessere delluno dipende dal senso di responsabilità e di solidarietà dellaltro.
Siamo qui oggi a ricordare che dallArmistizio dell8 settembre 1943 iniziò la Resistenza e un grande tributo di sangue fu pagato per riconquistare la Libertà contro la barbarie nazifascista, fatta di violenza, arresti e deportazioni. Il 25 aprile di 75 anni fa segnò la fine del conflitto e la rinascita del Paese con la scelta repubblicana del 2 giugno 1946 e la promulgazione della Costituzione il 1° gennaio 1948. In proposito, Sandro Pertini, nel 40° dalla promulgazione della Carta Costituzionale, scrisse: «Essa rappresenta non soltanto la legge suprema del nostro ordinamento, ma la guida sicura per realizzare una società sempre più giusta e più libera, quale la vollero gli uomini e le donne che fecero la Resistenza. Questa Costituzione, dunque, è un muro
maestro della nostra convivenza nazionale: essa va attuata, e non discussa, nel suo spirito prima che nella lettera, perché il popolo italiano, come disse Calamandrei, lha cementata con le sue lacrime e il suo sangue». La nostra Costituzione rimane faro della Repubblica, nata dalla Resistenza, dai drammi della guerra, quale negazione delle libertà e rinuncia alla giustizia, una prevaricazione dei violenti sugli altri.
Nel commemorare la ricorrenza, in questo infausto inizio del 2020, la Città di Venaria Reale ha deciso di celebrare, ma in maniera estremamente sobria, nel rispetto delle regole sulla sicurezza sanitaria in vigore. Con le parole della memoria e con i gesti: una corona dalloro deposta simbolicamente al monumento in piazza Vittorio Veneto, in ricordo dei caduti, spesso giovanissimi, protagonisti delle tante battaglie, avvenute anche nelle nostre vicine Valli di Lanzo, in montagna, in campagna, come sul nostro territorio, per non dimenticare cosa è stato, per non sottovalutare cosa potrebbe essere, per continuare
a preservare e avere sempre in primo piano, i valori contenuti nella nostra Carta Costituzionale.
Valori concreti, che riguardano la vita quotidiana di ognuno di noi.
Valori alti che propongono una società di solidarietà, di rispetto e riconoscimento dei diritti del lavoro, delle libertà individuali e collettive. Di pace e giustizia sociale. Una Costituzione moderna, che pone al centro luomo e la sua vita. Con le presenze ammesse dai provvedimenti restrittivi legati allemergenza sanitaria, in rappresentanza di tutte le autorità pubbliche, della cittadinanza e delle associazioni partigiane e combattentistiche, al suono del Silenzio, rendiamo omaggio ai giovani caduti per la Resistenza: tra le vie cittadine in loro memoria, se ne contano circa 30. Giovani come Andrea Mensa, Aldo Picco, Primo Barbi Cinti, Giuseppe Paganelli, Don Giovanni Sapino, Gaetano Amati, Romolo Tessarin, solo per citarne alcuni. Giovani, di cui quotidianamente citiamo i nomi, intrisi di una vita che continuiamo a tramandare, grazie al continuo ricordo scandito dalle nostre labbra. Lotte e battaglie, spesso pagate con la vita, di cui noi tutti beneficiamo ora, con un valore che più si distingue tra
gli altri: la libertà. Una libertà diversa da quella attuale, una libertà che è speranza, nonostante il dovere di restare a casa in questi giorni di emergenza epidemiologica che coinvolge lintero pianeta.
Lauspicio è che il 25 Aprile di oggi sia monito e speranza per noi tutti.