Il 27 novembre a Torino, davanti al Tribunale, è andato in scena un flash mob che ha sorpreso e colpito i passanti. Tre figuranti in toga, simbolo di giustizia, si sono schierati circondati da attivisti con cartelli che denunciavano le morti causate dall’amianto. Uno striscione con la scritta “In nome del popolo inquinato” ha fatto da sfondo al grido corale “Che cosa vogliamo? Eco giustizia!”.
L’iniziativa non è stata casuale: ha segnato l’avvio della campagna nazionale “Eco giustizia: in nome del popolo inquinato”, promossa da Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera. La scelta del luogo e della data non è stata meno significativa: l’evento si è svolto durante la ripresa del processo Eternit Bis, un procedimento che mira a ottenere giustizia per le vittime di amianto a Casale Monferrato, tristemente nota come una delle città simbolo della tragedia dell’asbesto in Italia.
Il processo Eternit Bis è una delle principali battaglie legali per la giustizia ambientale e sociale nel nostro Paese. A Casale Monferrato, la storica fabbrica Eternit: centinaia di persone sono state colpite da malattie legate all’esposizione all’amianto, un materiale utilizzato per decenni nell’industria.
Con la tappa di Torino, la campagna "Eco giustizia" intende sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una giustizia ambientale che non lasci impuniti i crimini contro l’ambiente e la salute. L’evento ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di interventi concreti, come la bonifica delle aree contaminate e il rafforzamento delle leggi contro l’inquinamento.
Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera stanno unendo le forze per dar voce a chi è stato colpito dall’inquinamento e per chiedere politiche più incisive a tutela dell’ambiente e della salute.
“Che cosa vogliamo? Eco giustizia!” è un grido che non può più essere ignorato. A Torino, la giustizia è stata simbolicamente rappresentata da toghe e cartelli, ma ciò che si chiede è una risposta reale e concreta per le comunità colpite, perché nessun’altra città debba mai più vivere la tragedia di Casale Monferrato.
Il cammino è lungo, ma con iniziative come questa, il cambiamento sembra più vicino. La campagna "Eco Giustizia" continuerà a toccare altre città italiane, portando avanti il messaggio che non c’è futuro senza giustizia per il popolo inquinato.